La casa di Anna Frank

Quante volte in passato io stessa ho liquidato il pensiero dell’olocausto in modo spiccio, quasi stufa di tutto questo parlare di ebrei, di sterminio e di campi di concentramento.

Anche recentemente,  parlando con amici, dicevo che sarebbe ora che questi “orrendi monumenti” in ricordo di quel periodo sparissero e fossero sostituiti magari da bellissimi giardini in memoria di tutte le persone che vi hanno sofferto.

Ora posso dire che mi sbagliavo, mi sbagliavo alla grande. Anna Frank e tutto ciò che ancora tangibilmente ci ricordano quegli eventi storici non possono essere messi da parte o sostituiti da una targa o un bel giardino.

Bisogna leggerlo e “sentirlo” quel diario e poi salire quelle scale ripide e poi quelle stanze… Passateci qualche minuto, senza attraversarle con noncuranza e pensate che è proprio lì che Anna ha vissuto, in quelle stanze, chiuse e oscurate ogni singolo giorno per due anni.

Anna Frank non è solo nazismo, olocausto, essere ebrei.

Anna Frank è il simbolo di un’ingiustizia, anzi dell’ingiustizia più grave del mondo: far soffrire bambini innocenti, ignari e che non riescono a capire perché il loro mondo,  da un giorno all’altro, viene inghiottito in un baratro chiamato guerra che lascia dietro di sé solo paura e disperazione.

A volte mi osservo e mi rendo conto che è inutile negare che io stia cambiando. Rughe, segni, cedimenti fanno parte della vita, ma la mia è una vita che la guerra non l’ha mai vista e di questo oggi sono grata più che mai, perché Anna Frank e tanti altri bambini come lei non hanno visto, ne’ vedranno, rughe,  segni, cedimenti di un corpo che felicemente accoglie il tempo che passa e riesce ad invecchiare.

Io spero di non dimenticarlo più.

 

10 pensieri su “La casa di Anna Frank

  1. La cosa più sconcertante è che non abbiamo imparato niente. Ancora guerre, ancora bambini a cui è negata l’infanzia, la spensieratezza. La storia è ciclica e l’uomo, purtroppo, non si smentisce mai. Buona serata.

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  2. Ho sempre pensato che l’oceano sia composto da molte gocce. Ognuno di noi può e deve migliorare il suo piccolo mondo; un sorriso al vicino di casa, un tè caldo all’extracomunitario che staziona sotto casa nei freddi giorni d’inverno, una calma frase esplicativa ad un bambino sul perché non si strappano le foglie… Solo così potremo sperare in un futuro migliore, posando un mattoncino dopo l’altro di bene. Buona serata.

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  3. Non amo molto i – Per non dimenticare – che oggi sono praticamente diventati una tendenza e sembra vogliano farci vivere ogni giorno nell’angoscia di ricordi tristi e opprimenti, ma non ti do torto su quello che dici in questo caso di Anna Frank che potrebbe essere detto anche per molti altri. Forse pecco di superbia nel dire che non ho bisogno di certe imposizioni per ricordare i vari massacri o stragi o ingiustizie nel mondo e, anzi, forse ne ricordo anche diverse che mai vengono esposte ma la dimostrazione quasi ossessiva non la amo. Il tuo post però è bellissimo e lo condivido perchè quello che avremmo dovuto imparare da Anna e da molti altri va ben oltre, come dici tu, il concetto che simboleggiano. Entrano in uno stato ben più profondo dal quale dovremmo prendere suggerimento e manifestarlo ogni giorno in noi e fuori di noi. Bel tema. Buona giornata Lindajett.

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