INTERVISTA A LUCA, VOLONTARIO DELL’A.V.O.

Oggi incontriamo Luca, volontario dell’A.V.O. (Associazione volontari ospedalieri) dal 2012

Ciao Luca, grazie per il tempo che ci dedichi. Vuoi farci una tua breve presentazione?

Figurati è un piacere, per quanto riguarda me appunto, mi chiamo Luca, lavoro presso una multinazionale ed in particolare mi occupo di computer, contatti con i fornitori e Service desk. Sono genitore di due stupendi figli.

Come sei venuto a conoscenza dell’A.V.O.?

Ho incontrato l’associazione durante una festa di quartiere dove alcuni volontari sponsorizzavano l’associazione.

Come si è svolta la selezione per entrare a far parte del gruppo di volontari?

In realtà non si tratta di una selezione, chiunque può chiedere di far parte del gruppo.

A seguito della propria adesione si partecipa ad un corso formativo-conoscitivo generalmente articolato in 5 incontri, dove si entra in contatto con il mondo del volontariato, le peculiarità del servizio di supporto che si andrà ad offrire e più in generale ogni aspetto anche in termini di responsabilità.

Entrando inoltre in contatto con esperienze dirette di chi è già volontario, è più facile capire se, oltre all’entusiasmo iniziale, si è realmente portati per dare supporto.

Di cosa ti occupi all’interno dell’organizzazione?

Diciamo che sono un volontario semplice se così si può dire, cioè non svolgo altre mansioni all’interno dell’organizzazione se non quello di dare supporto agli ammalati.

Essere volontario ha portato dei cambiamenti nella tua vita?

Direi proprio di si, la visione della vita innanzi tutto. Quando ti rechi in ospedale ed offri il tuo piccolo aiuto ciò che ricevi, sebbene non necessario, è incommensurabile. Capisci ancora di più quanto siano inutili ed inopportune le tue lamentele quotidiane legate veramente ad idiozie.

Ti sei mai capitato di pensare “Ma chi me l’ha fatto fare…”?

No mai, in realtà era da molto prima di quando ho cominciato che sentivo il desiderio di poter dare concretamente una mano a chi ne ha bisogno.

Ho letto che tra i motivi principali che spingono le persone a dedicarsi al volontariato ci sono il desiderio di socializzare e genericamente di fare “qualcosa per gli altri”. Cosa ne pensi, sei d’accordo?

Il socializzare lo definirei, almeno per me, più una conseguenza che un motivo, del resto credo che non si dovrebbe aver alcun esplicito ritorno quando si decide di dedicarsi agli altri.

Fare il volontario per 4 anni ha cambiato la tua visione del perché ritieni giusto dedicarsi a questa attività?

Direi di no, come già detto prima è la spinta interna nel dare una mano senza aspettarsi nulla indietro che ti fa muovere.

A cosa ti dedichi esattamente?

In pratica il servizio si articola in due fasi, una interlocutoria di conversazione con i malati, l’altra di supporto pratico durante i pasti.

Come è il rapporto tra volontari?

Il rapporto fra volontari è generalmente molto cordiale.

Per concludere, in questi anni di volontariato ritieni di aver più dato o ricevuto?

La domanda è molto bella, io mi sono dedicato al volontariato per dare e credo di averlo fatto col cuore e bene, credo però che ciò che si riceve umanamente parlando sia incomparabile. Lo spirito che percepisci e l’energia che ritrovi sono qualcosa che a parole è difficilmente esplicabile.

In tanti mi dicono che sono bravo e che anche loro vorrebbero, basta davvero poco per sentirsi una persona migliore, se mi è consentito direi a tutti di provare, solo provando, come per tutte le cose della vita, si può ragionevolmente valutare.

Grazie Luca per il tempo che ci hai dedicato.

Grazie per l’opportunità.

Chi desidera ricevere maggiori informazioni su come diventare volontario A.V.O. può cliccare sul seguente link: http://www.avomilano.org/

 

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